BRICS – CRESCE ANCORA L’INDONESIA E L’ARABIA SAUDITA INSIEME ALL’ALGERIA E ALL’EGITTO

XIV BRICS SUMMIT 2022

FUGA DAGLI USA, IL RESTO DEL MONDO STA CON RUSSIA, CINA E INDIA – Dopo Argentina e Iran, ora anche l’Indonesia e l’Arabia Saudita chiedono l’ingresso nei Brics. Notizia clamorosa: tra i maggiori produttori di petrolio, l’Indonesia è strategica per le rotte mercantili. Per non parlare dell’Arabia Saudita, storico “serbatoio” petrolifero degli Usa. E non è tutto: «Starebbero per passare nell’area Brics anche una potenza mediorientale come l’Egitto e persino l’Algeria, storicamente nell’orbita occidentale tramite la Francia». Lo sottolinea Matt Martini, a “Nexus Reloaded” con Tom Bosco. Lo stesso Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) conferma l’interesse di altri paesi, per ora coinvolti nel meccanismo del “Brics Plus”: si tratta di «economie emergenti dell’Asia, dell’Africa e dell’Oceania» come Kazakhstan, Senegal, Cambogia, Etiopia, Fiji, Malesia e Thailandia. Tutti in fila per aggregarsi al network alternativo a quello occidentale, capitanato da Cina, Russia e India, con più il Brasile e il Sudafrica. «Si contrappongono al polo “globalista” occidentale interpretato da Oms, Fmi, Banca Mondiale e Banca dei Regolamenti Internazionali», rileva Martini. «Se questi paesi si sganciano, per la globalizzazione è la fine. Per certi versi, è già così. I paesi occidentali, in cui vive solo il 10% della popolazione del pianeta, controllano circa il 30% del Pil mondiale. Sono tra i paesi più indebitati al mondo, sono alla fine di un ciclo: le valute “fiat” come il dollaro e l’euro sono messe molto male». Sta succedendo qualcosa di epocale, di cui lo strano crollo delle Georgia Guidestones può esser stato un preludio simbolico, seguito – in poche ore – dalle dimissioni di Boris Johnson, vero regista della guerra contro la Russia, e dal tragico omicidio di Shinzō Abe in Giappone? E non è finita: «Ad agosto – annuncia Tom Bosco, citando fonti ufficiali – la Russia, l’Iran e la Cina condurranno esercitazioni militari congiunte in Venezuela, cioè a due passi dagli Usa: una notizia letteralmente clamorosa».

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