
- Di seguito i dettagli del piano di emergenza del Governo:
- Nelle case temperatura dei termosifoni ridotta di 2 gradi e paletti sugli orari;
- coprifuoco sull’illuminazione in casi estremi;
- taglio all’illuminazione dei lampioni nelle città e nei musei (fino al 40%);
- chiusura anticipata degli uffici pubblici;
- riduzione del riscaldamento a 19 gradi negli uffici pubblici;
- chiusura anticipata dei locali privati (alle 23);
- chiusura anticipata dei negozi (alle 19);
- riduzione del gas e delle elettricità alle imprese “interrompibili”.
Un piano d’emergenza per una nuova austerity. Con interventi su riscaldamento, aria condizionata e illuminazione. E il coprifuoco per negozi (alle 19) e locali (alle 23). Ma anche tagli alle industre “energivore”. Questo prevede la fase 2 dell’emergenza energia, che può scattare in caso di tagli alle forniture del gas.
Il piano prevede anche un maggiore utilizzo dell’energia derivata dal carbone. E le estrazioni di gas dalle piattaforme con le trivellazioni. La riduzione delle temperature nelle case riguarda il periodo invernale, mentre in estate potrebbe arrivare un limite all’uso dell’aria condizionata in casa fino a 27 gradi. Il taglio dell’illuminazione potrebbe toccare in primo luogo gli illuminamenti esterni delle case private e quelli condominiali.
Secondo il piano città il taglio dell’illuminazione pubblica arriverà al 40%. Ovvero solo un lampione su due rimarrà acceso di notte. In casi estremi si pensa di ridurre l’orario degli uffici pubblici alle 17,30. In parte l’austerity è già scattata: dal primo maggio scorso e fino al 30 aprile 2023, le temperature negli uffici pubblici non potranno essere superiori ai 19 gradi di inverno e inferiori ai 27 d’estate. Il coprifuoco dei locali e dei negozi costituirebbe il passo ulteriore. Gli esercizi commerciali serrerebbero le saracinesche alle 19, e questo dovrebbe valere anche per quelli che vendono beni alimentari ma non per le farmacie. I locali pubblici avrebbero il coprifuoco alle 23. Questa nuova regola sarebbe valida per bar, ristoranti, pub e discoteche.
Poi, ricorda oggi Repubblica, c’è l’interruzione delle forniture, per un periodo limitato di tempo, delle forniture alle industrie più energivore, dai cementifici alle acciaierie, dalla ceramica al vetro. Scatterà anche la possibilità di ricorrere alle riserve strategiche che si trovano negli stoccaggi. Ovvero i depositi dove viene immagazzinato il gas dagli operatori durante l’estate, per essere rivenduto sul mercato in inverno. Nel caso di emergenza, il governo potrà autorizzare anche l’uso delle riserve strategiche. Ovvero la parte non destinata alla commercializzazione.
Ci stanno dicendo quindi, che l’emergenza è già confezionata e con le sanzioni che continueranno ad applicare, naturalmente il piano si applicherà.
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